di Tiziana Mazzaglia
All’inizio di un nuovo anno scolastico, i docenti non attendono solo il ritorno in aula, ma ripongono speranze profonde nei loro studenti. Si aspettano impegno, ma anche curiosità; maturità, ma senza rinunciare all’entusiasmo. Ogni anno rappresenta un nuovo patto educativo, un’opportunità per costruire insieme un percorso di crescita, fatto di conoscenza, responsabilità e rispetto reciproco. Il docente si augura che la classe non sia solo un insieme di individui, ma una comunità viva, dove la partecipazione sia autentica e la cooperazione superi l’individualismo. Dove l’ascolto diventi parte del dialogo, e il rispetto, per le idee, i tempi, le diversità, non sia un dovere imposto, ma un valore condiviso. L’auspicio è di trovare studenti disposti a mettersi in gioco, a porre domande, ad accettare la fatica come parte del processo. Non è la perfezione che si cerca, ma la volontà di migliorarsi. L’educazione è uno scambio: richiede fiducia, costanza e uno sguardo che vada oltre il voto. Perché, come diceva Socrate, «educare è accendere una fiamma, non riempire un vaso».
