di Tiziana Mazzaglia
C’è un filo invisibile che unisce la Olivetti Lettera 22 di mio padre al Mac che oggi utilizzo quotidianamente: è il filo della memoria, dell’evoluzione tecnologica e delle emozioni vissute. La Lettera 22, progettata nel 1950 da Marcello Nizzoli e prodotta da Olivetti, rappresentava l’avanguardia dell’epoca. Con il suo design compatto e la sua efficienza, era lo strumento con cui mio padre dava forma ai suoi pensieri, un compagno silenzioso delle sue giornate di lavoro. Nel corso degli anni, la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Dai primi computer ingombranti siamo passati a dispositivi sempre più sottili, potenti e versatili. Il mio Mac attuale è il risultato di decenni di innovazione, un concentrato di tecnologia che mi permette di scrivere, comunicare, creare e connettermi con il mondo intero. Ma al di là delle specifiche tecniche, ciò che accomuna la Lettera 22 e il Mac è il loro ruolo nella mia vita. Entrambi hanno accompagnato momenti importanti, sfide, successi e riflessioni. La Lettera 22 mi ricorda le storie di mio padre, il suo impegno e la sua passione. Il Mac è il mio strumento quotidiano, il mezzo attraverso cui esprimo me stessa e affronto le sfide del presente. In questo viaggio dalla Lettera 22 al Mac, vedo non solo l’evoluzione della tecnologia, ma anche quella personale. Ogni tasto premuto, ogni parola scritta, è un tassello di una storia più grande, quella della nostra capacità di adattarci, innovare e crescere.
E poi c’è anche la mia prima macchina da scrivere Chicco che usavo già a 4 anni sognando di scrivere libri, in Sicilia, a Messina, in Via La Farina 37 isolato V al terzo piano nello studio dei miei genitori Prof. Placido Luca Mazzaglia e Prof.ssa Caterina D’Agostino.

