Se la vita fosse musica?

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia
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Simone Cavalli.

Intervista a Simone Cavalli: un ragazzo con il talento musicale e sogni da realizzare.

Simone Cavalli è un ragazzo di diciotto anni, che vive a Milano e studia a Pavia. Come molti giovani, le sue passioni sono numerose: la fidanzata, la lettura, i cani, la sua famiglia, la cucina e poi, un ruolo particolare, è riservato alla musica. In quest’intervista sarà lui stesso a spiegarci il perché. Nei testi delle sue canzoni si nota un animo sensibile che scruta la vita, in tutte le sue sfumature e sfaccettature, e ne trae dei ritratti emblematici di quanto nella vita è ingiusto. Amicizia, famiglia, destino, Scuola, Istruzione, Stato, etichette sociali, maschere, intrighi e beffe. Lui, cita tutto come un osservatore che passa e canta. I suoi testi, ai modi di Stendhal, sono come specchi che percorrono le strade: a volte risplendono l’azzurro del cielo, a volte il fango delle pozzanghere. Forse, Simone, come tutti i giovani della sua età, attraverso le sue canzoni vuole aiutarci a comprendere che dentro il nero del fango esiste una scia di luce che è la vita stessa e si può saltare fuori dal proprio stagno, se lo si riconosce. Come nelle foto qui allegate i suoi testi oscillano tra colore e ombra, se ne consiglia l’ascolto per assaporare un ritmo cromatico di emozioni.

La tua passione per la musica si è manifestata all’improvviso o in occasione di qualche evento particolare?

«In realtà, la passione per la musica c’è l’ho fin da piccolo, ho sempre amato cantare qualsiasi tipo di canzone e ascoltavo e ascolto ogni genere di musica… successivamente si è sviluppata la passione per il canto e la voglia di tirare fuori quello che ho dentro tramite il rap».
Senti di avere un ruolo in questo campo? quale? come ti definisci?
«Per il momento non penso di avere nessun ruolo, alla fine, non sono nessuno e sto cercando di emergere con la mia musica, non mi definisco rapper a tutti gli effetti, non ancora almeno… quello che succederà si vedrà, io continuo a sperare il meglio».
Sogni un futuro per questa tua passione?
«Ovviamente sì, mi piacerebbe che le mie canzoni fossero ascoltate da migliaia di persone, mi piacerebbe stare su un palco un giorno, ovviamente è un’aspettativa comune  a molti. Credo che chiunque aspiri al successo, chi con la musica, chi con il proprio lavoro, ecc… sì mi piacerebbe il successo, anche se so che ci sono pro e contro: in ogni caso rimarrò sempre lo stesso, mi sono promesso di non montarmi la testa se dovesse funzionare, non ho la minima intenzione di credermi un Dio solo perché esprimo pensieri o concetti».
Quanti brani hai realizzato?
«Sono in tutto dieci brani, ovviamente, c’è ne sono altri in produzione e ne usciranno sempre di più».
Sei autodidatta? hai studiato musica? Scrivi i testi e crei la musica?
«Sì sono autodidatta e sto ancora imparando, molto sulla musica, soprattutto l’andare più a tempo possibile, spero che nel futuro continuerò a migliorare e a creare nuovi stili. Beh, studiato no, mi ricordo qualcosa di quando suonavo il flauto alle medie,  per il resto mi informo molto sulla cultura hip hop dagli esordi fino ad ora. Sì, i miei testi sono frutto della mia testa, per quanto riguarda i beat (basi) le prendo da internet e il mio producer me li “aggiusta”, cioè fa il mixaggio, poi più avanti si potrà pensare di farmi fare delle basi su misura».
La tua musica contiene un messaggio? quale?
«Nella mia musica cerco sempre di trasmettere un messaggio, anche se dovessi comporre e cantare la canzone più “ignorante” cercherò sempre di trasmettere qualcosa, cosa? Non lo so, solitamente scrivo in base al mio stato d’animo o in base al mio pensiero o a un mio punto di vista, di certo non consigli, non mi reputo la persona adatta».

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