La poesia per salvare il mondo

La poesia per salvare il mondo

Intervista a Nicola Romano.

 

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Nicola Romano

Nicola Romano

Grazie per accettato l’intervista, per iniziare Le chiedo una breve presentazione: formazione, lavoro, famiglia.

«Presentarsi da soli è operazione molto complicata. Ho fatto studi tecnici sino ad un biennio di frequentazione universitaria in matematica.  Ritengo che non c’è dicotomia tra una formazione tecnica ed una dedizione all’attività letteraria, perché a comandare è la sensibilità dell’«individuo» che sente il bisogno di raccontarsi attraverso la scrittura. D’altronde sappiamo che Salvatore Quasimodo, Sandro Penna, Carlo Betocchi, Alberto Moravia, Leonardo Sciascia non erano laureati, eppure hanno inciso con i loro pensieri rispettivamente sia nella prosa che nella poesia. Adesso che sono in pensione sto dedicando maggior tempo alle mie letture e, quando capita, alle mie scritture».

  

Quando ha iniziato a scrivere poesie e come ha sentito di avere questa passione?

«Pur avendo sentito a un certo punto la poesia  in pectore, ho iniziato a scrivere da adulto,  per dare seguito ad un forte desiderio di spiegare a me stesso, con l’aiuto della parola, quello che provava il mio essere sensibile. E sembra strano, ma sono stati per me determinanti i cantautori degli anni 60, e in particolare la triade Endrigo-Tenco-Paoli, attraverso i quali ho compreso che una qualunque cosa può essere espressa in maniera quasi surreale. Cantautori che attraverso la poesia hanno dato una svolta alle canzoni melense degli anni 50».

 

Che tipo di poeta sente di essere?

«Dopo circa quarant’anni di esercizio poetico mi sento sempre “in progress”, dal momento che non conoscendo (come ogni scrittore) i limiti oscuri della poesia, i tentativi proseguono da parte mia per cercare di forzare sempre più la parola, al fine d’immergermi possibilmente in quelle immagini e in quelle espressioni che abbiano a denotare un minimo avvicinamento alla vera poesia».

 

La sua poetica?

«Beh, da quelle che sono state le recensioni di amici e critici negli anni, e da quelle che sono state onestamente le mie intenzioni iniziali, sono stato sempre interessato dalla quotidianità – davvero brutta soprattutto ai nostri giorni – ma dentro la quale mi sono sempre immerso forse per ignorarla e certamente per ricrearla. Il poeta è come un’ape che va in giro suggendo nettare per poi trasformarlo. E comunque sia, nella poesia intimistica si ritrovano sempre tratti di vita sociale e di vita esistenziale, in ogni testo c’è sempre la propria autobiografia, la propria formazione sia linguistica che di vita vissuta».

 

I libri pubblicati?

«Tra plaquette, opuscoli, pieghevoli e libri veri e propri ho pubblicato fin qui tredici titoli, e comunque il primo libro è uscito nel 1983 e l’ultimo nel 2018».

 

Premiazioni?

«Diverse sono state le occasioni per riconoscimenti su lavori editi ed inediti, ma li ho sempre considerati come una sorta di verifica necessaria e, tutto sommato, come condivisione e sprone per andare avanti.

 

L’evento a Palermo che è stato trasmesso su Facebook come è nato e da chi è stato organizzato e con quale fine?

«L’evento che lei ha visto su Facebbok si è svolto a Isnello, in provincia di Palermo, per una rassegna intitolata “Calici di poesia” organizzata da quel Comune ed ideata da Antonino Schiera. Una serata magica in cui la poesia ha coinvolto sia me che gli spettatori».

 

Prossimi eventi?

«In agosto a Modica in quanto finalista ad un Premio, a settembre mi è stato assegnato il Premio Marineo per la poesia edita e nello stesso mese a Torino per la presentazione del mio ultimo libro».

 

 

Si consiglia di vedere e sentire l’evento citato:

https://www.facebook.com/rosanna.augello.3/videos/10214691193267357/

 

 

Biografia essenziale:

 

NICOLA ROMANO risiede a Palermo, dove è nato nel 1946. Giornalista pubblicista, dal 1987 al 1996 è stato condirettore del periodico “Insiemenell’arte” e attualmente collabora a quotidiani e periodici con articoli d’interesse sociale e culturale. Con opere edite ed inedite é risultato vincitore di diversi concorsi nazionali di poesia, tra cui il “Rhegium Julii”, il “Città di Como”, il “Giorgio La Pira”, “Sìlarus”, “Poesia in Aspromonte”, “Anteka”, “Emilio Greco”, “La Recherche,2015”, “Alda Merini-Brunate (Co),2015”, “Città di Partanna, 2017”.

Alcuni suoi testi hanno trovato traduzione in esperanto e su riviste spagnole, irlandesi e romene. Nel 1997 ha partecipato, su invito, ad incontri di poesia in Irlanda insieme all’attrice Mariella Lo Giudice ed ai poeti Maria Attanasio e Carmelo Zaffora, con lettura di testi a Dublino, Belfast, Letterkenny e Londonderry. Nel 1984 l’Unicef ha adottato un suo testo come poesia ufficiale per una manifestazione sull’infanzia nel mondo svoltasi a Limone Piemonte. Con il circuito itinerante de “La Bellezza e la Rovina” ha partecipato a letture insieme a noti poeti italiani.

Tra le sue ricerche, particolare attenzione ha prestato ai poeti Vittorio Bodini, Raffaele Carrieri, Leonardo Sinisgalli, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto ed allo scrittore Antonio Russello.

Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia:

I faraglioni della mente (Ed. Vittorietti, 1983);

Amori con la luna (Ed. La bottega di Hefesto, 1985) con prefazione di Bent Parodi;

Tonfi (Ed. Il Vertice, 1986);

Visibilità discreta (Ed. del Leone, 1989) con prefazione di Lucio Zinna;

Estremo niente (Ed. Il Messaggio, 1992) con una nota di Melo Freni;

Fescennino per Palermo (Ed. Ila Palma, 1993);

Questioni d’anima (Ed. Bastogi, 1995) con prefazione di Aldo Gerbino;

Elogio de los labios (Ed. C.Vitale, Barcelona, 1995);

Malva e Linosa, haiku, (Ed. La Centona, 1996) con prefazione di Dante Maffìa;

Bagagli smarriti (Ed. Scettro del Re, 2000) con prefazione di Fabio Scotto;

Tocchi e rintocchi (Ed. Quaderni di Arenaria, 2003) con prefazione di Sebastiano Saglimbeni;

Gobba a levante (Ed. Pungitopo, 2011) con prefazione di Paolo Ruffilli;

Voragini ed appigli (Ed. Pungitopo, 2016) con prefazione di Giorgio Linguaglossa;

Birilli (Ed. dell’Angelo, 2016) sei poesie su carta Fabriano, con incisione di Girolamo Russo

D’un continuo trambusto (Passigli editori, 2018) con prefazione di Roberto Deidier

È curatore della collana di poesie dell’editrice palermitana Spazio Cultura.

 

 

 

 

 

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