Visitare la Sicilia

Visitare la Sicilia

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Dieci motivi per visitare la Sicilia. 

SICILIA-1Arrivano le vacanze, perché non preferire mete italiane a quelle straniere? Ci siamo sempre spinti oltre i confini, senza apprezzare le bellezze che ci sono vicine, senza pensare di contribuire alla crescita economica di altri paesi a discapito del nostro. In Sicilia, ad esempio, oltre al mare, spiagge incantevoli, alimentazione mediterranea e dolci tipici, sono ancora oggi sottovalutate le bellezze del patrimonio artistico e naturale. Ci possono essere, almeno, dieci motivi per visitare la Sicilia? Certo, se si superano certi preconcetti, perché la Sicilia non è solo terra di mafia, come molti pensano. Parlare di Sicilia significa troppo spesso parlare di problematiche relative a ‘ndrangheta, casa nostra, rapimenti, omicidi, corruzione. Spesso al nord si sente parlare di “terronia”. Fortunatamente, chi ha studiato conosce anche le ricchezze culturali e il vasto patrimonio storico artistico che offre questa regione, in cui vi è una cultura con radici profonde. Palermo è stata sede della popolazione Normanna e conserva tuttora  il palazzo dei Normanni, dove è collocata l’incantevole cappella Palatina. Uno scrigno dorato in cui l’iconografia ha lasciato le sue testimonianze più alte. Costruita per volere di Ruggero II nel 1132, inaugurata nel 1143, come riporta un’incisione. Ci sono pervenute anche alcune parole dell’omelia d’inaugurazione, celebrata dal vescovo Filagato da Cerami: «(…) il tetto non si può certo saziare di guardarlo, e desta meraviglia a vederlo e sentirne parlare, e rifulgendo d’oro da tutte le parti limita il cielo quando nell’aria serena risplende per il coro delle stelle (…)». Sempre a Palermo si trova il museo Internazionale delle marionette, dei così detti “pupi”, un’antica tradizione, opera di abilità artigiane. Uno scenario aperto alla tradizione paladina di Francia, attori della narrazione delle gesta cantate nella letteratura provenzale e non solo. Oggetti da collezione, ancora oggi prodotti con cura e originalità. Ancora, spostandosi in piazza Armerina si può ammirare la villa romana del Casale, dove sono conservati tutt’ora mosaici del III-IV secolo D.C. che riproducono varie scene, tra cui alcune di caccia. Ad Eraclea Minoa è possibile visitare e ammirare scavi archeologici, il teatro e anche la cinta muraria. Ad Agrigento vi è tutto un quartiere ellenistico-romano in cui è possibile sentirsi trasportare ai tempi dell’antica cultura classica. Tra le bellezze naturali vi è l’incantevole riserva regionale del lago di Pergusa, una zona amata in antichità dai Cartaginesi, che avevano dato vita ad uno dei più importanti empori del meridione, ancora amata dai nobili palermitani dell’epoca della Controriforma e tutt’ora caratterizzata dalla costruzione di ville decantate da Goethe come “scudisciate di follia”. Spostandosi a Catania, oltre l’architettura delle Piazze principali, notevole di prestigio e bellezza è la villa Bellini e spostandosi fuori città si può ammirare la scenografia naturale del parco dell’Etna. A Messina, tra le varie bellezze, emerge il campanile astronomico del duomo, un oggetto di alta perfezione, l’orologio meccanico più grande del mondo. Scenario di anticipazione della tridimensionalità in quanto offre sculture auree animate da movimento ed emissione di suoni. Soggetti scelti con cura, per narrare la storia civile e religiosa della città. Il campanile si erge per 45metri di altezza e contiene cinquattaquattro automi: Il Leone, il Gallo con Dina e Clarenza, La Madonna della lettera, San Paolo, quattro ambasciatori messinesi, ancora, scene bibliche come l’adorazione dei pastori, la resurrezione di Cristo, la discesa dello Spirito Santo, il decorso della vita umana rappresentato da un bambino, un giovane, un guerriero e un vecchio. Per concludere, vi è anche la rappresentazione dei giorni della settimana. Opere da ammirare almeno una volta nella vita!

Tiziana Mazzaglia, Viaggio al Sud? Dieci motivi per visitare la Sicilia, in «I Vespri», 27/07/2013, pg.18.

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