Le speranze di un precario

Le speranze di un precario

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Francesco Giannini, professore precario, racconta la sua storia a «Lecanoedelweb».

Gent.mo Prof. Giannini, lei cosa insegna, dove e quali sono le sue speranze per il futuro in vista del DDL “La buona scuola”?

Prof. Francesco Giannini.

Prof. Francesco Giannini.

«Sono un professore di 29 anni, precario, che insegna Meccanica presso l’ Istituto superiore Gregorio da Catino di Poggio Mirteto (Rieti) ad indirizzo Manutenzione ed Assistenza Tecnica. Sono in graduatoria di terza fascia, frequento il TFA per prendere la famosa abilitazione su cui ho fin troppi dubbi… spero di vincere il prossimo concorso per entrare in ruolo. Con il TFA ci hanno solo truffato! Ci è stato detto : “fate il TFA, altrimenti sarete fuori dal concorso”, ora invece, dicono di ammettere tutti, anche i non abilitati! Ogni anno si vive con l’ansia, chissà se l’anno prossimo lavorerò… In questi giorni leggo di tutto ed il contrario di tutto: è il caos! Se c’è una cosa che mi spinge ad andare avanti ed insistere è la convinzione che il corpo docente debba rinnovarsi e io voglio far parte del rinnovamento, bisogna svecchiare, mandare in pensione chi non ha più energie, motivazioni, chi svolge questo mestiere da una vita per lasciare spazio a chi, come me, invece ha tanto entusiasmo da trasmettere! Sono fortemente “arrabbiato” con questi “piccoli” politici che fanno leggi senza mai aver insegnato un giorno, senza aver messo mai piede in un aula; loro decidono o meglio pensano di farlo, ma noi non gliela daremo vinta. Credo che queste persone debbano creare leggi flessibili che si possano adattare al contesto socio-culturale delle zone che ospitano gli istituti, perché solo così può essere trovata una soluzione alle necessità della nostra scuola. Poi, si parla di “albo nazionale”! Cosa? Insegno in una scuola dove portare un insegnante da chissà dove fa solo che male al contesto, qui deve insegnare chi conosce la realtà economica e sociale del posto, i ragazzi di questo posto sono diversi da quelli di Roma o Napoli o così via, solo chi ci vive può capirli e saperli affrontare per estrapolare il meglio di ognuno di loro».

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