La Madre che ha calpestato il male

La Madre che ha calpestato il male

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Maria, 8 dicembre.

imagesLa festa dell’Immacolata, apre le celebrazioni Natalizie con Colei che ha dato alla luce il Verbo fatto carne. La Donna che ha accolto le parole dell’angelo, nel Suo silenzio, e ha accettato il dolore sicura della gioia futura. Colei che ha calpestato il peccato, ed è proprio per questo che Papa Bergoglio La ricorda il giorno 8 Maggio 2014 esaltandone il potere di camminare sopra il male, senza lasciargli scampo, vivere “controcorrente” ha detto Bergoglio. Un insegnamento rivolto a tutti nella certezza che “in questa lotta, non siamo orfani”. Una tematica fondamentale per la religione Cristiana oggetto anche dell’omelia di Sua Santità Benedetto XVI nel 2005, di cui riporto alcuni frammenti: « (…) dal Libro della Genesi (…). Viene predetto che durante tutta la storia continuerà la lotta tra l’uomo e il serpente, cioè tra l’uomo e le potenze del male e della morte. Viene però anche preannunciato che “la stirpe” della donna un giorno vincerà e schiaccerà la testa al serpente, alla morte; è preannunciato che la stirpe della donna – e in essa la donna e la madre stessa – vincerà e che così, mediante l’uomo, Dio vincerà. Se insieme con la Chiesa credente ed orante ci mettiamo in ascolto davanti a questo testo, allora possiamo cominciare a capire che cosa sia il peccato originale, il peccato ereditario, e anche che cosa sia la tutela da questo peccato ereditario, che cosa sia la redenzione. Qual è il quadro che in questa pagina ci vien posto davanti? L’uomo non si fida di Dio. Egli, tentato dalle parole del serpente, cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l’avremo accantonato; insomma, che solo in questo modo possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà. L’uomo vive nel sospetto che l’amore di Dio crei una dipendenza e che gli sia necessario sbarazzarsi di questa dipendenza per essere pienamente se stesso. L’uomo non vuole ricevere da Dio la sua esistenza e la pienezza della sua vita. Vuole attingere egli stesso dall’albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere con le proprie forze la morte e le tenebre. Non vuole contare sull’amore che non gli sembra affidabile; egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere. Piuttosto che sull’amore punta sul potere col quale vuole prendere in mano in modo autonomo la propria vita. E nel fare questo, egli si fida della menzogna piuttosto che della verità e con ciò sprofonda con la sua vita nel vuoto, nella morte. Amore non è dipendenza, ma dono che ci fa vivere. La libertà di un essere umano è la libertà di un essere limitato ed è quindi limitata essa stessa. Possiamo possederla soltanto come libertà condivisa, nella comunione delle libertà: solo se viviamo nel modo giusto l’uno con l’altro e l’uno per l’altro, la libertà può svilupparsi. Noi viviamo nel modo giusto, se viviamo secondo la verità del nostro essere e cioè secondo la volontà di Dio. Perché la volontà di Dio non è per l’uomo una legge imposta dall’esterno che lo costringe, ma la misura intrinseca della sua natura, una misura che è iscritta in lui e lo rende immagine di Dio e così creatura libera. Se noi viviamo contro l’amore e contro la verità – contro Dio –, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo. Allora non troviamo la vita, ma facciamo l’interesse della morte. Tutto questo è raccontato con immagini immortali nella storia della caduta originale e della cacciata dell’uomo dal Paradiso terrestre». Parole sempre attuali su cui è bene riflettere.

Per approfondimenti:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2005/documents/hf_ben-xvi_hom_20051208_anniv-vat-council_it.html

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