Ariedo sfida Raffaello per lanciare un messaggio di pace

Ariedo sfida Raffaello per lanciare un messaggio di pace

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

La Madonna della seggiola di Raffaello e quella di Ariedo Lorenzone.

La Madonna della seggiola, (di Raffaello) realizzata da Ariedo Lorenzone, olio su tela 70x70cm, 2015.

La Madonna della seggiola, (di Raffaello) realizzata da Ariedo Lorenzone, olio su tela 70x70cm, 2015.

Milano, la città della “mia bella Madonnina” vede l’artista Ariedo Lorenzone, un friulano, ormai trapiantato nella capitale della Lombardia, intento a

La Madonna della seggiola di Raffaello, 1514, olio su tela, diametro cm 71, conservata presso Palazzo Pitti a Firenze.

La Madonna della seggiola di Raffaello, 1514, olio su tela, diametro cm 71, conservata presso Palazzo Pitti a Firenze.

realizzare una propria versione della “Madonna della seggiola” del Raffaello. Le due opere a confronto rivelano alcune diversità, che in realtà sono il tocco personale dei due artisti. Ariedo, infatti, pur rispettando la provenienza della luce e i chiaro scuri originali, ha mescolato colori più brillanti e moderni, quasi per far rivivere i protagonisti in questo nostro tempo. Il volto del bambino Gesù appare più maturo, come in molte rappresentazioni artistiche, riporta tratti del viso di un adulto: ed è un Dio che ci guarda in faccia, che ci osserva, invece di farsi osservare. Mentre, i drappeggi delle stoffe, in particolare dell’abito e del turbante della Madonna, sono come filtrati da un velo che mette in secondo piano i dettagli lasciando in primo piano i volti dei personaggi a cui è affidato il logos: non solo da custodire tra le braccia ma da consegnare allo spettatore che si accosta a quel dipinto. Un messaggio forte consegnato in questo tempo, in cui ci avviciniamo all’avvento e in cui, più che mai, sentiamo il bisogno di una prossima venuta e di Salvezza. Questo dipinto di Ariedo può essere letto come un messaggio di pace che predica un dio Emanuele: con noi e in mezzo a noi e non di una divinità posta in cielo, come un falco che osserva il nostro male di vivere.

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