50 anni dalla morte di Le Corbusier

50 anni dalla morte di Le Corbusier

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

Charles Edouard Jeanneret detto Le Corbusier, artista e architetto attivo nel XX secolo, oggi viene ricordato per celebrare i cinquat’anni dalla morte.

imagesNel 2015 ricorrono i cinquant’anni dalla morte di Charles Edouard Jeanneret, detto Le Corbusier, nato a La Chaux-des-Fonds, in Svizzera, nel 1887 e morto a Cap Martin nel 1965. Un artista noto per la sua produzione e per le sue idee innovative. La sua formazione ha avuto inizio dapprima presso una scuola d’arte della cittadina nativa e negli anni dal 1907 al 1911 sono stati significativi i viaggi-studio, in diverse località: varie città italiane, Vienna, Parigi, Monaco, Berlino. Dopo il 1911 anche l’Oriente, con Instambul e Atene. Verso il 1929 è la volta di San Paolo del Brasile, Rio de Janeiro, Buenos Aires. Insieme a Amédée Ozenfant aveva scritto “Après le cubisme”, pubblicato a Parigi nel 1918, un testo in cui è stata manifestata la volontà di purificare il cubismo, dando vita al “Purismo”. Vi era scritto, infatti: «Il più alto diletto dello spirito umano è la percezione dell’ordine e la più grande soddisfazione umana è di collaborare o partecipare a quest’ordine». Nel 1920 i due artisti avevano fondato una rivista chiamandola «L’Esprit Nouveau» in cui sono stati pubblicati dibattiti di arte contemporanea da parte di artisti di tutta l’Europa. Dopo gli anni venti, Le Corbusier inizia a dedicarsi all’architettura e all’urbanistica, partecipando a numerose mostre di artisti, che guardano con interesse particolare all’edilizia e urbanistica degli anni Trenta. Anni in cui prende parte al dibattito sull’Astrattismo sostenendo la validità dei concetti di “struttura” e di “costruttivismo”. Nella prima metà degli anni Cinquanta aveva proposto la “sintesi delle arti” nel gruppo di artisti chiamato “Groupe Espace” che si proponeva un rinnovamento formale per porre l’arte in campo scientifico e sociale. I primi anni del 1900 era stata significativa la sua collaborazione con Fernand Leger (Argentan 1881 – Yvette 1955), per messe in scene teatrali e produzioni cinematografiche. Nel 1908 a Berlino aveva iniziato l’apprendistato nello studio di Peter Behrens e poi a Parigi aveva lavorato con Auguste Perret. A distanza di pochi anni aveva aperto un suo studio a Parigi dove era divenuto presto famoso e significativo, infatti, molti artisti si erano trasferiti a Parigi, per lavorare nel suo studio, nella ricerca di un’espressione artistica libera da condizionamenti e immediata, come ad esempio, Roberto Matta Echaurren. Tra le prime opere di architettura, realizzate vi sono una serie di ville, tra il 1912-1917 a La Chaux-des-Fonds. Tra il 1920-1922 aveva sviluppato il progetto della cellula abitativa realizzando la Maison Citrohan. Nel 1922 aveva presentato un Piano per la città contemporanea di tre milioni di abitanti, provvista di aeroporto, metropolitana, strade, super strade e grattacieli per uffici. Tra i suoi progetti vanno citati anche le Immeuble villas, ovvero, ville costruite sfruttando l’altezza. Le ville sono rimaste sempre una sua caratteristica e la più nota è Villa Savoye a Poissy, del 1929. Si era dedicato anche all’edilizia pubblica, come ad esempio costruendo la sede della Società delle Nazioni, nel 1926, sulle rive del lago di Ginevra. Nel 1929 a Mosca, il Centrosojuz, ufficio centrale delle cooperative dell’URSS. Attivo anche nello scrivere, tra le sue pubblicazioni vanno citati due libri: “La Ville radieuse”, del 1935, un saggio sulla città radiosa e “Spazio, tempo e architettura” del 1942, in cui aveva diffuso il concetto di moderno inteso come parte di un continuo moto ciclico, in cui le soluzioni legate allo spazio sono lette e risolte in stretta relazione con il momento storico di cui fanno parte.

Per celebrare il ricordo ben diciassette opere saranno presentate all’Unesco per l’inserimento nella lista dei Patrimoni dell’umanità. Sono state programmate diverse mostre, come quella a Parigi presso il Centro Pompidou, che sarà inaugurata il 29 aprile p.v.

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