Leopardi in un film di Martone: come non lo troverete mai nei libri

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

Giacomo Leopardi: poetica, ideologia, filosofia sfociano in un film di Mario Martone per farci assaporare l’essenza di un uomo sensibile che ha viaggiato controcorrente alla scoperta di se stesso e che ci condurrà alla scoperta di noi stessi.

Elio-Germano-535x300-1413275742Giacomo Leopardi, noto come pessimista, spesso odiato dagli studenti, oggi possiamo riscoprirlo attraverso il nuovo del regista Mario Martone, prodotto da Carlo Degli Esposti della Palomar e Rai Cinema. Grande successo alle prime presentazioni a cui hanno partecipato molte scuole, alla Mostra del cinema di Venezia, ai festival di Toronto e di Londra e a Recanati. Addirittura il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha assistito ad una proiezione privata. Il protagonista, Elio Germano interpreta un Leopardi uomo che non si rassegna a quanto offre la contemporaneità, ma cammina contro corrente, contro le maschere imposte, contro una mentalità comune, contro la crisi del suo tempo, cercando l’originalità di uno stile di vita conforme a se stesso, caratterizzato da una libertà morale e intellettuale, pur sapendo che costa fatica, lotta, solitudine e infelicità. Come dimostra l’opera lo Zibaldone, Leopardi coltivava nel suo animo uno spirito moderno, anti conformista e anti classicista, che ritrovava scampo solo nel dialogo con altri scrittori stranieri, aperti alla modernità e al progresso. Lo scrittore nutriva un senso di rottura con l’ambiente in cui viveva; un mondo provinciale con scarse aperture culturali nel quadro di un rigido sistema domestico, che opprimeva con cerimonie e norme severe. Alcuni principi sono stati trattati come tesi nelle Operette morali: 1. L’uomo nasce per il dolore e la gioia è cessazione momentanea dell’affanno; 2. Dal punto di vista dell’uomo tutto l’universo sembra cospirare contro di lui. Da quello dell’assoluto la vita è un processo naturale che alterna gli esseri attraverso la generazione e la morte; 3. La natura, intesa come forza e malefica è responsabile della nostra sventura; 4. L’uomo conosce il suo destino, ma ciò lo rende infelice, perché da questa comprensione egli è ricondotto in se stesso, alla sorgente prima della sua infelicità che è il suo stesso esistere. Secondo Leopardi si vive nella consapevolezza della morte che sfocia nella continua ricerca di affermazione, ma la cultura e la razionalità pongono un freno a tutto questo limitando di cadere nei bassi istinti corporali e quindi, di privilegiare valori alti come l’amicizia, la compassione, la solidarietà.

Il regista pone l’accento sul bisogno di riconoscere l’originalità di questo grande poeta italiano. Il film, infatti, ci accompagna in un viaggio alla scoperta di un Leopardi che in realtà, alla fine, si rivela come un viaggio alla scoperta di noi stessi. La trama del film s’intesse su alcuni testi, come le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali e l’epistolario. Fanno da scenario la biblioteca del padre, Recanati e Napoli. Accurata è anche la scelta di eleganti abiti ottocenteschi che ricreano la giusta cornice per l’ambientazione storica.

Un film da vedere con gli occhi e con l’anima per riflettere sulla vita e a detta del regista stesso non è un film per appassionati letterati dell’autore, ma per chiunque voglia andare al cinema anche non avendo mai letto nulla di Leopardi.

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