La lotta dei COBAS: DDL se lo conosci lo eviti !

La lotta dei COBAS: DDL se lo conosci lo eviti !

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Intervista al Professore Liborio Butera , referente provinciale COBAS Biella.

 

In foto il prof. Liborio Butera, COBAS.

In foto il prof. Liborio Butera, COBAS.

1) Il DDL “La buona scuola” vuole trasformare la scuola pubblica in privata e si è parlato tanto di cosa rischia la scuola pubblica: in una sola parola “la morte”. Le chiedo, allora cosa rischia la scuola privata, se rischia qualcosa?

«La scuola privata è un’impresa privata e come tale dovrebbe gestirsi con le proprie risorse, purtroppo questo governo ha trovato la maniera per finanziarla. È inutile ribadire la mia contrarietà e nel farlo ricordo che ci sono scuole statali costrette a chiedere aiuto ai genitori per garantire agli studenti la carta igienica o la carta per le fotocopie».

 
2) La dura battaglia dei precari è anche una battaglia di tutta la scuola, ma molti non se ne rendono conto, come mai?
 
«Purtroppo è vero. I docenti di ruolo non hanno ancora compreso che il DDL Scuola penalizza soprattutto loro. Gli organici triennali non solo renderanno i docenti completamente asserviti ai dirigenti, ma li renderanno precari nella vita. Se dopo tre anni di servizio in quella scuola non si è confermati si passa in una sorta di D.O.R (Dotazione Organica Regionale) sarà poi l’USR a dover trovare una nuova sede e non è detto che sia nella stessa provincia di residenza».
 
3) Manifestazioni, flash mob, scioperi anche degli scrutini: quali saranno le altre armi in mano a chi vuole salvare la scuola pubblica?
 
«Purtroppo a spuntare le armi dei lavoratori sono stati i sindacati confederali con l’accordo del ’99, tuttavia lo sciopero degli scrutini indetto dai COBAS Scuola ha avuto un’adesione fiume nonostante le minacce. Di questa straordinaria adesione deve prenderne atto il governo. E’ questa la vera consultazione della scuola che ha bocciato questo disegno di legge: un disegno di legge che va ritirato senza se e senza ma. Se non sarà fatto i COBAS metteranno in atto altre forme di lotta per bloccare questo attacco definitivo alla scuola pubblica».
 
4) Renzi non ascolta nessuno e pretende solo di cambiare l’Italia. Se succederà gli italiani cosa faranno in un’Italia in cui non si rispecchiano, in cui non riescono a vivere i propri diritti?
 
«Renzi si è arrogato il diritto di cambiare l’Italia senza che nessuno lo ha mai investito di questa carica. Molti si sono scordati che Matteo Renzi non ha vinto le politiche ma le europee, dunque, secondo la logica dovrebbe stare a Bruxelles, invece qualcuno lo ha voluto li a governare il nostro Paese, ma questo qualcuno non sono i cittadini italiani che peraltro, a giudicare delle ultime elezioni regionali, lo hanno bocciato sonoramente. Gli italiani che non si rispecchiano nell’Italia renziana devono combatterla facendo informazione di base: va smascherato con i familiari, con i vicini e con chiunque non abbia capito dei danni causati da questa politica “liberista” di uno che si definisce di sinistra, ma che è tanto amato da un altro che invece si definisce di destra».
 
Immagine fonte Facebook.

Immagine fonte Facebook.

5) Il blocco scrutini è stato una forma di protesta molto forte che ha causato ritardi nella consegna delle pagelle, ed ha avuto un’adesione sfiora il 90%. La notizia però non sta circolando nei mass media e i docenti sfogano su Facebook il loro risentimento. Cosa ci può dire a tal riguardo?
 
«Purtroppo sono anni che i media fanno un lavoro sporchissimo. Ricordo che prima di parlare di riforma della scuola Moratti, le TV nazionali mandavano continuamente in onda filmati raccattati su Youtube, realizzati con i telefonini dagli studenti che mostravano insegnanti in difficoltà, oppure studenti indisciplinati che simulavano aggressioni con l’insegnante presente e che faceva finta di non vedere. Questo allora era servito a far passare il messaggio che la scuola italiana era un disastro e che bisognava porre rimedio con una riforma, fu l’inizio della fine. Un Paese democratico e serio dovrebbe avere una TV di Stato, forse un po’ noiosa, ma svincolata dalla logica del mercato pubblicitario e dai tentacoli della politica solo in questo modo si potrà avere l’informazione libera, per fortuna però ci sono i social network che attraverso le testimonianze reali stanno comunque facendo un lavoro di informazione capillare, cerchiamo di difendere almeno questi strumenti. La politica li tiene continuamente d’occhio. Usiamoli!»
 
6) Quali saranno i prossimi passi dei COBAS?
 
«I COBAS non si fermano e saranno in piazza anche il 17 p.v. al Pantheon, di Roma, per continuare la lotta contro il DDL Scuola nello stesso giorno in cui saranno votati gli emendamenti in Commissione Cultura».
 
Per informazioni si consiglia di visitare il blog di Liborio Butera.

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