La Galleria Vittorio Emanuele II si prepara all’Expo

La Galleria Vittorio Emanuele II si prepara all’Expo

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

Milano, Galleria Vittorio Emanuele II e i lavori di preparazione in occasione dell’ Expo 2015.

images (1)Inaugurata il 7 marzo 1865, oggi a centocinquant’anni di vita, la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano riceve interventi di ripulitura e restaurazione, a cura dell’architetto Sobrero, grazie all’imminente Expo 2015. Il suo ruolo all’interno della metropoli funge da “salotto” in quanto è sede centrale in cui convergono i negozi più prestigiosi, che hanno contribuito alle spese dei lavori. Un punto di passaggio per milioni di turisti, spesso attirati più dal lusso che dalla storia.

«Il Progetto. Il collegamento tra piazza del Duomo e la corsi del Giardino –oggi via Manzoni- dopo la decisione (1856) di ubicare la Stazione centrale in corrispondenza dell’attuale piazza della Repubblica suggerì proposte per una “via porticata”, che nel 1859 la Congregazione municipale recepiva programmando la strada Francesco Giuseppe. Nel concorso di idee per la sistemazione di piazza del Duomo (1861) e nei due successivi concorsi, la via divenne un punto fermo e ne fu, in generale, proposta la copertura a vetri; nel progetto esecutivo (1864), dovuto a Giuseppe Mengoni, comparvero i bracci trasversali. I lavori, che sconvolsero l’assetto edilizio tra le via di S. Raffaele e S. Mergherita, furono assunti nel 1865 da una società inglese costituita per l’occasione (la City of Milan Improvement Company Ltd) e nel 1869 direttamente dall’Amministrazione municipale.

La realizzazione. Compiuta con l’arco trionfale nel 1878 dopo la morte del suo ideatore (precipitò dalle impalcature) ma aperta già nel 1867, la Galleria s’impose subito per le dimensioni, ritenute eccezionali per i tempi. Non sfuggirono tuttavia, già ai contemporanei, i limiti dell’opera: “Quest’aspetto farraginoso d’ornati”, scriveva nel 1886 Luigi Broggi “fu una trovata per velare e confondere la gretta ossatura dei fabbricati laterali, informati a concetto speculativo…”, suggerendo di rifare in marmo graffito i fregi già degradati. Nel1911-12 toccò agli affreschi delle testate, simboleggianti i Continenti, che vennero sostituiti con mosaici di imitazione, mentre nei bombardamenti del 1943 andarono distrutte le coperture, quasi tutti gli intonaci e la pavimentazione. Un primo ripristino, con leggeri aggiustamenti, si concluse nel 1955; la pavimentazione, ricomposta sul modello originale, risale invece al 1966-67. »

da Guida d’Italia, Milano, Touring Club Italiano, pg. 182.

 

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