Dialogo tra Petrarca e Sant’Agostino: l’accidia

Dialogo tra Petrarca e Sant’Agostino: l’accidia

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Dialogo, tra Francesco Petrarca e Sant’Agostino, sui peccati, in particolare sull’ accidia . Citazione delle opere: il Canzoniere e il Secretum.

 

unnamed (1)L’uomo ha sempre bisogno di un amico che rappresenta una sorta di specchio in cui riflettersi e con cui dialogare. La forma dialogica è stata una delle più privilegiate dagli scrittori di ogni tempo. Francesco Petrarca, nel Secretum dialoga con Sant’Agostino, suo maestro. Le argomentazioni affrontante riguardano i peccati a cui va incontro l’uomo nella vita e che dovrà poi scontare nell’aldilà. Il Secretum, scritto in latino e composto da tre volumi, rappresenta una sorta di confessione religiosa in cui è analizzata una frammentazione dell’identità umana. Petrarca pecca di lussuria e di accidia. Il primo, ovvero, la lussuria è in stretto rapporto con una figura femminile che non ha più le sembianze di donna angelo, cioè di colei che conduce ed eleva a Dio, ma di donna consolatrice, vicina al concetto della filosofia, in quanto distoglie la mente dell’uomo. Una sorta di amore che perseguita l’uomo e lo tormenta, come quanto descritto nella seconda terzina del sonetto “Solo e pensoso i più deserti campi” presente nel Canzoniere, XXXV, di Petrarca: « (…) Amor non venga sempre ragionando con meco, et io co’llui». L’accidia, invece è il peccato che posto in risalto rispetto tutti gli altri e coincide con la noia e con l’inerzia, l’insofferenza, l’indolenza, la depressione l’insoddisfazione, l’incapacità di impegnarsi, l’inquietudine. Questo è il peccato più grave e Sant’ Agostino, nel Secretum, rimprovera Petrarca di perdere tempo dietro i sogni di gloria poetica. Petrarca si limita a rispondere “sì, hai ragione”, ma rinvia il cambiamento a dopo il percorso della salvezza, dice: “sarò presente a me stesso, quando potrò e raccoglierò gli sparsi frammenti dell’anima (espressione giudicata mielosa, ma vera e realistica). I frammenti di anima raccolti nel Canzoniere sono 366 e si ha una compattezza nel loro complesso dentro cui è celata una volontà di creare: “io sono il mio suono”. Le poesie sono il suono dei sospiri, l’interiorità ha una sua musicalità. Vi è ancora, il tema del passare del tempo, la fuga del tempo e il fatto che l’uomo non si limita ad invecchiare, ma cambia. Si parla di “giovanile errore”, che si costruisce come tormento del dubbio e della continua ricerca. Il giovanile errore è la perdita della speranza. Si ha l’idea del tempo che cancella e distrugge. In Familiari I, 1,12: “che fare ora fratello…”. Si ha il tema dell’incertezza e il peccato dell’Accidia. Parla del 1348 anno del De Cameron. Anno della morte di Laura. Si ha l’importanza del tempo. Fra le varie speranze e il vano dolore. Se andiamo al v. 12 troviamo “vaneggiare”, quindi legato al vano, ricorda che tutto è vanità sono citate le ecclesiastiche e i passi di Giobbe. Si ha insistenza dell’idea del vano dell’utilità. Il dolore è vano, la speranza è vana. Il Canzoniere comincia con “spero” ed è costruito nel tema della speranza e la speranza è vana. Speranza di trovare pietà e perdono. Due ambiti logici diversi. Perdono rimanda all’ambito religioso in concetto di perdono. Vi è una sovrapposizione di sensi nella voluta ambiguità. Noi lettori dobbiamo perdonare Petrarca di aver amato Laura. Poi vi è un periodo che inizia con il “MA”, un errore voluto per contraddistinguere il passato e il presente. Infatti, il primo accento forte cade su “ora”. Adesso, giunto a questo punto della mia vita vedo bene, vi è consapevolezza. Ci sono errori e speranze del passato a conoscenza chiara solo adesso. Petrarca utilizza tante parole “Meco” di me medesimo, mi vergogno. Si ha un endecasillabo per dire che mi vergogno, una figura retorica che ha una funzione per il testo, cioè di marcare la vergogna e anche l’identità, la centralità del soggetto. Il sonetto è costruito in parte su Agostino per contrapporre “io”. Effetti su di me e il “voi” che mi ascoltate. Petrarca da ai lettori degli incipit, maligni, un po’ sciocchi e meschini. “Io spero di trovare presso di voi persone”, ma in realtà non lo accadrà. Ad un certo punto prende le distanze anche dal lettore, non si cerca una piena rispondenza nel lettore, ma si hanno delle lamentazioni simili a Geremia nella Bibbia. Vi è una dimensione di una realtà classica, mescolando poesia d’amore e poesia classica. Vi sono in Orazio, Epodi IV I, 1-7, più connotazioni di Geremia III, 14. Orazio parla dell’assalto di Venere, quando ormai lui è anziano “non sono colui che ero” si ha sia il classico sia il biblico. Poi, si ha il tema della vergogna che ritorna ed è un breve sogno. In quanto al sogno, dice Petrarca, di limitarsi, perché i sogni fecero errare tanti facendoli perdere. Il sonetto 34 inizia con: “Apollo Dio della poesia”. Questo passo originariamente era stato composto e pensato per iniziare la raccolta poi è stato mescolato nel corpo del testo. Orazio finisce le Odi dicendo che ha costruito un momento più forte di altri. Petrarca è uomo che presenta immagini di debolezza e di fragilità. Ritornando al sonetto “Solo e pensoso i più deserti campi” qui riscontriamo una dedica alla melanconia, infatti, è tutto costruito su modelli e temi dell’accidia e della melanconia. Bisogna tornare al Secretum e al libro terzo: “ti nutri di lacrime e di sospiri…potendo dirsi che tu passi le notti insonni e il disprezzo di tutte le cose e il desiderio di morte e la fuga degli uomini, così che di te si potrebbe dire quanto si è detto”. Si cela tra queste righe un odio della vita e un desiderio di morte. Questi sono i tratti tipici dell’accidia: odio della vita, desiderio di morte e fuga dagli uomini. Il tema espresso è quello del pensiero tormentoso di cui l’amore è la forma dell’ossessione del tormento. L’uomo che s’isola dagli uomini può abbandonare tutto tranne che i pensieri. L’amore è lo specchio con cui si vede la propria esistenza.

Per approfondimenti si veda anche: Tiziana Mazzaglia, Oggi anniversario della nascita di Francesco Petrarca,  in «SocialNews», 20/07/2014 http://www.socialnews.it/scuola-2/oggi-anniversario-della-nascita-di-francesco-petrarca/

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