Velo nero sul mondo della scuola italiana!

Velo nero sul mondo della scuola italiana!

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Aggiornamento sulla scuola italiana e pareri del prof. Liborio Butera, COBAS, prof. Marcello Pacifico, ANIEF, prof. Ferdinando Alliata, COBAS.

luminiOggi, 25 giugno 2015 il ministro per i Rapporti con il Parlamento Boschi ha posto la fiducia nell’aula del Senato sul maxiemendamento della “buona scuola”, pronto, così al vaglio della Camera del prossimo 7 luglio.  Una forzatura di governo. Il politico Renato Schifani ha detto: «Abbiamo fatto una riforma di destra con i voti del centro-sinistra». Si agitano, intanto, le folle per manifestare a Roma davanti al Ministero dell’Istruzione, alla Camera e a Palazzo Madama. Tra i più attivi nel mondo della scuola, il prof. Marcello Pacifico, presidente del sindacato ANIEF dice che con l’approvazione definitiva: «I presidi sceglieranno cinquanta mila docenti il prossimo anno e i vincitori del nuovo concorso. Gli altri cinquanta mila saranno assunti ad anno scolastico iniziato. Cento mila docenti potranno chiedere risarcimenti al tribunali civile di Roma ‎citando la Presidenza del Consiglio per la violazione della norma comunitaria. Caos nelle scuole, per il ritorno in classe dei vicepresidi. I laureati non potranno partecipare alle nuove selezioni per i prossimi cinque anni ne’ insegnare più nelle scuole. Gli studenti, anche quindicenni, valuteranno l’insegnante nell’anno di prova e stabiliranno i criteri, per valutare il merito dei docenti che sarà assegnato dal dirigente a sua discrezione. Ecco il perché delle continue  proteste davanti il Senato durante la discussione del provvedimento». Il prof. Liborio Butera, referente provinciale COBAS, Biella, sostiene che: «Ha vinto il potere di pochi ed ha perso la scuola! Il governo Renzi non ha ascoltato la protesta di un’intera Nazione. Protestavano pure quei precari che lui dichiara di voler assumere. Questo dovrebbe far riflettere tutti. Oggi, oltre alla scuola ha perso la democrazia. Ma non ci arrenderemo, continueremo a lottare in difesa e favore della scuola pubblica!». Il prof. Ferdinando Alliata, membro esecutivo Nazionale dei COBAS, da Palermo spiega: «Questa fase non è sicuramente positiva, ma non ci sconforta, perché continueremo nella nostra lotta. In questi giorni, a Palermo sono previste manifestazioni e incontri con la presenza di Faraone e Giannini. Noi non ci sentiamo abbattuti, ma partecipi di una battaglia che va avanti. La riforma ha tanti aspetti critici e anche se spaccia un’accelerazione d’assunzione, si sa che l’assunzione di un numero qualsiasi non colmerebbe mai quella che è l’attuale condizione della scuola. Le risorse promesse servono alle scuole per andare avanti ed è un falso tutta quella motivazione che viene ripetuta, come un mantra, dal governo e dai ministri, che sostengono l’assunzione in base solo ad un nuovo modello di scuola, in cui il dirigente può esercitare il suo potere. Si ha un modello contraddittorio ai modelli di utilizzazione: se adesso un dirigente può utilizzare un insegnante, che non ha l’abilitazione in una certa materia, ma che ha solo il titolo di studio, per insegnare quella materia, è chiaro che si vanificano gli anni di lavoro e le esperienze, il tutto a discapito dei ragazzi. Poi, la questione dei finanziamenti privati, le donazioni rimangono sempre un qualcosa che favorirà alcuni a discapito di altri, senza compensazioni tra istituti. Un sistema che contribuirebbe a concentrare le risorse su poche scuole senza garantire un sistema scolastico regolare per tutti. Tutti questi aspetti sono già discussi da tempo. Noi abbiamo letto bene la riforma, ma nessun interlocutore ha voluto parlare con chi è critico e in certe situazioni ci è stato addirittura impedito di parlare con ministri e sottosegretari, perché i filtri sono stati molto duri! Tutto questo marchingegno di autonomia della scuola fa a pugni con quanto è scritto nella Costituzione, ma si crea una scuola di tendenza per chi rema nello stesso senso e gli altri rischiano di essere allontanati. Tutto questo ci dà la forza di pensare che ogni giorno crescerà la consapevolezza di quanto possa essere devastante. Noi crediamo fermamente di riuscire a cambiare questa situazione. Siamo, anche molto attivi nel diffondere le informazioni attivando incontri a cui invitiamo tutti da genitori e alunni». Oltre a chi nella scuola vive, anche tra i movimenti politici cìè chi lotta: il Movimento 5 stelle ha celebrato il funerale in aula, accendendo dei lumini, simbolici quanto espliciti; i senatori di Sel, muniti di fischietti, hanno sfoggiato magliette con scritto “Libertà di insegnamento” e “Diritto allo studio”. Un grande carnevale italiano in cui non solo si ha un ribaltamento di principi morali e culturali, ma di giustizia e di democrazia. Alle 16,00 circa, di oggi, ci sarà una ripresa dei lavori che sarà una vera e propria diatriba da cui dipende il futuro dell’Italia e di questa grande guerra.

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