Tempo di Misericordia

Tempo di Misericordia

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

Intervento di Monsigonr Antonio Interguglielmi, canonista, cappellano Rai, direttore Ufficio Aggregazioni Laicali della Diocesi di Roma.

 

padre misericordiosoQuali sono i Suoi consigli per affrontare l’anno della Misericordia?

«Per affrontare questo meraviglioso dono di Papa Francesco, l’Anno della Misericordia, penso sia utile per tutti noi riandare proprio alle parole che il Sommo Pontefice ha pronunciato alla vigilia della domenica dopo la Pasqua, quella in cui San Giovanni Paolo II ha istituito la festa della Divina Misericordia: «Non è il tempo per la distrazione, ma per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale», questo è «il tempo della misericordia». Queste parole chiariscono il senso dell’Anno Santo straordinario che si aprirà il prossimo 8 dicembre: riprendere il senso profondo e prezioso della nostra vita, smettere di vivere distratti, correndo dietro a tante cose inutili, indifferente agli altri: riappropriarci della bellezza e della profondità, liberandoci di tutte quelle cose che rendono la nostra vita vuota e quindi priva di senso».

Quali libri ci consiglia per apprenderne il significato è guidare la meditazione?

«Consiglio a tutti di leggere la Bolla Misericordiae Vultis, con cui Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario della Misericordia. Bellissime le parole con cui il Papa inizia questo documento: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi.” Altri letture sull’argomento potrebbero trovarsi nella patrologia, che possono aiutare ad avere un concetto corretto di cosa significa “fare esperienza della Misericordia di Dio”: dalle Confessioni di Sant’Agostino, che si trova in tutte le edizioni possibili, alla più complessa Scala Paradisi, di Giovanni Climaco, che scrive: La penitenza è un patto con Dio per cominciare una vita nuova…”, perché per trovare Misericordia occorre rendersi conto di aver sbagliato e voler cambiare».

Quali sono i Santi a cui si può fare particolare riferimento in quest’occasione?

«Tutti i Santi hanno fatto esperienza della Misericordia di Dio: l’inizio della Santità è rendersi conto che siamo immeritevoli di tutto ma graziati dall’Amore di Dio. Uno per tutti, il Santo della tenerezza di Dio: San Francesco di Sales».

Osservare il crocefisso può essere d’aiuto per vivere la Misericordia? 

«E’ una bella domanda: guardare il crocifisso è un grande aiuto, perché ci mostra quanto Dio ci ama. Il cristiano deve sempre avere con sé una Croce, che gli ricorda questo, e deve tenere una Croce lì dove vive e dove lavora».

Quali possono essere gli atti concreti da mettere in pratica per vivere al meglio questa ricorrenza? 

«L’atto concreto per tutti noi è quello di riaccostarsi al sacramento della Confessione, perché lì facciamo l’esperienza più profonda della Misericordia di Dio. Il voler negare il peccato, voler allargare le maglie come si dice, è una grave ingiustizia per l’uomo di oggi, perché quello che salva non è adempiere la legge, ma fare esperienza di un Dio che perdona».

In che modo la religione cristiana può aiutare a formare, anche chi non è cristiano? 

«Il cristiano è un testimone della Misericordia di Dio: è questo il modo con cui possiamo aiutare anche chi non crede. Il mondo forse conosce la giustizia, ma il perdono solo Dio lo può dare, non ci appartiene ma lo possiamo donare se lo abbiamo ricevuto noi.».

Nello studio della letteratura e della storia dell’arte è indispensabile una conoscenza della Bibbia. Si potrebbe dire che ogni opera d’arte è impregnata di Cristo, della Sua vita, dei Suoi messaggi e del Suo esempio. Ne desumo che lo studio della religione cristiana è indispensabile nella formazione culturale. Cosa ne pensa? 

«Sono d’accordo: tutto ci parla della vita di fede di oltre 2000 anni: non solo le Chiese, ma i palazzi, le piazze, i libri, i quadri… si pensi ai magnifici quadri del Caravaggio… mi viene in mente ad esempio la conversione di San Matteo… come posso capirlo se non conosco i Vangeli, se non gli ho mai letti? Ma è un discorso troppo lungo e complesso».

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