Quello che della scuola non si dice

Quello che della scuola non si dice

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

La verità che pochi conoscono: alunni adolescenti indomabili e mal funzionamento dei regolamenti scolastici.

stor_12289756_26120Quando si parla di scuola si tiene sempre il dito puntato sui docenti precari e mai si presta attenzione a chi sono gli utenti della scuola, ovvero gli alunni. Se ad esempio, in una città prendiamo un autobus e chiediamo a quale fermata scendere, per raggiungere un istituto professionale, ci può capitare di imbatterci in un racconto-confessione di un autista, di un autobus urbano, disgustato dagli alunni di quella scuola. Molto spesso, le compagnie dei trasporti urbani hanno accompagnato in alcuni tragitti da scuola a mensa, o da scuola a palestra, questi ragazzi e dopo gli atti di bullismo, che hanno compromesso alcune apparecchiature del mezzo, la tappezzeria e addirittura la salute dell’autista, queste si sono rifiutate di svolgere tale servizio. Un autista mi ha raccontato un episodio, in cui, al rientro in magazzino, dopo aver trasportato i ragazzi di un istituto professionale di Pavia, ha notato che nella sua vettura mancavano le macchinette obliteratrici. A distanza di giorni sono state ritrovate in un vialetto, poco frequentato, nei dintorni della scuola, tra cespugli di piante. Se un tempo chi frequentava le scuole vestiva bene, aveva una buona educazione in famiglia e apprezzava il valore degli insegnamenti per potersi formare un futuro, oggi non è così! La maggioranza degli adolescenti di oggi non sa proprio cosa sia il bon ton, pensa di affrontare tutto con lo scherzo, si sfoga con atti vandalici e in tutto questo la scuola che ruolo ha? Se solo un docente si mostra severo e chiede il rispetto delle regole viene subito frenato dai colleghi e dai vicepresidi che chiedono di chiudere un occhio. Ma, cosa succede nelle aule? In particolare, quando il docente è l’ultimo arrivato ed è un precario, giovane o apparentemente giovane e magari una donna? Capita, ad esempio, di arrivare dopo l’ora di un collega che ha trattenuto gli allevi in aula e al suono della campana si reputa libero, perché orami la responsabilità è del docente dell’ora successiva. I ragazzi spalancano la porta e iniziano ad uscire nel corridoio, non salutano il docente che è davanti alla porta e non ascoltano i suoi richiami ad entrare in aula e nemmeno le sue minacce di riportare tutti assenti. Non ascoltano neanche il personale scolastico. Dopo un brusco approccio, una volta raccolti gli alunni con tutta una sorte di creatività dettata dall’urgenza del momento, come può essere la minaccia di chiamare il dirigente scolastico, i ragazzi entrano a gruppi in aula. La lezione dovrebbe iniziare con l’appello, ma nessuno si siede al proprio posto, vagano per l’aula con cellulari in mano e carte da gioco sui banchi, che erano la già dall’ora precedente. Domande indiscrete all’insegnante, che mantiene le distanze, ma ormai lo scontro è in atto. Al momento in cui la docente inizia la lezione pochissimi ascoltano e hanno il materiale didattico, come libri e quaderni, gli altri, che sono la maggioranza fischiano e imitano versi di animali differente e addirittura simulano orgasmi. Se la docente scrive la nota si dirigono in massa verso la cattedra, afferrano il registrano e urlano in faccia al docente di cancellare subito la nota. Cosa a cui mai nessuno acconsente, ma che richiede un intervento di un vicepreside o di una preside, che pur sapendo di aver lasciato una classe difficile al precario di turno, perché nessuno professore di ruolo voleva essere il loro docente, si scatena contro il collega consigliando vivamente di trovare una tattica per conquistarsi la classe e quindi tenersi il posto di lavoro. Questo è solo un esempio, ci sono casi in cui gli alunni lanciano oggetti come bottiglie e banchi dalle finestre, fumano in aula, si verificano colluttazioni e danni all’edificio o all’arredamento. In tutto questo la responsabilità penale è del professore che è in aula e firma il registro per la sua ora di servizio. A questo punto mi chiedo: serve veramente investire soldi per i registri elettronici? che spesso non funzionano a causa di disservizi di rete o perché gli impianti sono troppo vecchi. Non sarebbe il caso, forse, di decidersi ad installare telecamere nelle aule, visto che il docente è solo, non ha testimoni ed è in balia di adolescenti scalmanati e molto spesso anche teppisti? La buona scuola richiede docenti più preparati, ma perché non pensiamo di assumere figure extrascolastiche come sorveglianza e psicologi? Non serve a nulla un professore preparatissimo se il livello dell’utenza è così basso da ridurre il ruolo del docente a quello di intrattenitore!

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