Psicologia familiare e separazione della coppia: intervista al dr. Lipera

Psicologia familiare e separazione della coppia: intervista al dr. Lipera

di Tiziana Mazzaglia @TMazzaglia

 

 

Intervista al Dott. Marco Lipera, psicologo presso lo Studio Legale Lipera di Catania e presso il Consultorio Psicologico “Signorelli”.

Dott. Marco Lipera, psicologo.

Dott. Marco Lipera, psicologo.

In cosa consiste la psicologia familiare?

 «Dal punto di vista psicoanalitico, secondo l’orientamento di Freud e Lacan, la terapia familiare non presenta nessuna specificità rispetto ad un altro percorso di psicoterapia. Ovvero, ciò che sta a dietro la richiesta di incontrare uno psicoterapeuta, è sempre una domanda di aiuto innescata da una considerevole sofferenza. Ragion per cui, c’è sempre una persona che, più degli altri, all’interno della famiglia vive uno stato di disagio. Ciò però non è garanzia del fatto che questa persona voglia sottoporsi ad un percorso di cura. Per questo è necessario che vi sia una domanda, un desiderio di cambiamento che spinge a voler sapere di più, a voler capire ciò che non è comprensibile, ciò che sfugge, ciò che è fuori controllo. Possono presentarsi famiglie ben disposte ad affrontare le proprie problematiche, ma un percorso di cura sarà sempre una scelta di natura individuale».

Che tipo di aiuto necessita una coppia in fase di separazione?

 «La separazione dal coniuge è sempre un momento doloroso nella vita di una persona. Essa però è l’esito di un processo molto più complesso. Premettiamo, dunque, che fin dalla nascita attraversiamo momenti di separazione. La prima è quella dal grembo materno, poi sarà quella dalle cure e dalla protezione dei genitori, poi ci saranno quelle scolastiche e via dicendo. Questo vuol dire che l’uomo per conquistare una propria autonomia, deve inevitabilmente separarsi. Non è dunque tanto la separazione a creare problema, quanto quello che ci sta prima. Quando una coppia arriva a separarsi vuol dire che qualcosa non ha funzionato, che entrambi o uno dei due non stava bene, e il proprio malessere sarà malessere dell’altro. In altre parole, la separazione è solo l’evidenza concreta di un qualcosa in cui la rottura c’è già stata; oppure, il legame in verità non c’è mai stato. Ma è possibile che accada una cosa del genere? Sì, è possibile, e non solo non è raro, ma è umano, in quanto il proprio desiderio è sempre condizionato dal desiderio dell’Altro. Se una separazione diventa fonte di malattia, ciò vuol dire che nelle fasi precedenti, ovvero nei processi di separazione evolutiva, qualcosa non ha funzionato bene».

Quali sono le motivazioni più frequenti di una separazione?

 «Generalmente ci si separa perché il partner non si è comportato secondo le aspettative. Non è tanto una questione di episodi o di condotte poco rispettose. Ci sono donne, e anche uomini, che pur non ricevendo rispetto dal proprio partner non lo lascerebbero per nessuna ragione al mondo. Ciò cosa mette in evidenza? Mette in evidenza, in modo cristallino, che non esiste “il manuale del buon comportamento”, che non ci si lascia perché il coniuge comincia a dare tutto per scontato o cose simili. Ci si separa quando l’altro non risponde all’idea che ci si attendeva. In altre parole, un marito (o una moglie) per esempio, potrebbe pensare che il coniuge debba corrispondere a certe aspettative e, poiché ciò non accade, questo diventa fonte di insoddisfazione e malessere, che sfocia in una separazione. Sostanzialmente si cade in un gioco di illusioni. L’altra persona, solo per il fatto di essere “altro”, sarà in un certo modo, ovvero umano, imperfetto, deludente se vogliamo. Ma così è l’essere umano, nessuno escluso: tutti abbiamo peccati da farci perdonare, o bassezze di cui aver pudore. Quando le si scopre non è una scoperta sensazionale. Si vede bene come questo meccanismo sposti la questione sulla persona stessa verso la quale si nutre l’insoddisfazione. E’ questa persona che dovrebbe rivedere un po’  il proprio concetto di relazione. L’incontro tra un uomo e una donna è un incontro di desideri, ognuno deve rappresentare qualcosa per l’altro. Nella fattispecie Lacan diceva che l’uomo deve fare di una donna la causa del proprio desiderio, e la donna deve prestarsi quale “oggetto causa di desiderio”. Questa frase in verità meriterebbe tanto lavoro per essere ben compresa e per non cadere in facili interpretazioni, ad ogni modo, una separazione apre a varie possibilità: o l’esperienza, pur se negativa, porta il soggetto ad un secondo matrimonio, oppure, non si vorrà più saperne nulla di sposarsi ancora, quindi, la  prima separazione avrà inaugurato una serie di altre separazioni».

Ci sono casi in cui le coppie hanno cambiato idea e sono ritornate insieme?

 «Questa domanda è utile per cogliere un altro aspetto importante. La vera separazione, nella quale effettivamente, il legame viene reciso una volta per tutte, spesso non è poi così frequente. E’ vero piuttosto il contrario, ci separa, ma in fondo non proprio totalmente. Cominciano dei “tiri e molla”, e la presenza dei figli può essere causa di dispute. Insomma, le separazioni possono essere ben gestite e rielaborate oppure mal gestite e poco elaborate: in questo ultimo caso dall’amore si passa all’odio, rimanendo su quest’ultimo registro. Ciò detto, non è escluso comunque che una separazione possa creare le premesse per rilanciare di nuovo l’amore».

Back to Top