Giovanni Nuti: un Uomo che della poesia sa gustarne le vibrazioni

Giovanni Nuti: un Uomo che della poesia sa gustarne le vibrazioni

di Tiziana Mazzaglia  @TMazzaglia

 

 

Giovanni Nuti intervistato per poter vedere attraverso i Suoi occhi Alda Merini.

 

Sentire parlare di Giovanni Nuti e Alda Merini ha rievocato in me il ricordo di Padre Costantino Ruggeri o.f.m., noto come frate Sole. Architetto e artista, nativo di Brescia e attivo a Pavia. L’ho conosciuto in occasione di una confessione, al cui temine, mi ha presa per mano e mi ha condotta all’interno del convento di Canepanova, a Pavia, nella Sua mansarda. Da quel giorno non ne è trascorso uno senza un incontro. Mi parlava della Sua vocazione e dell’arte e attraverso i suoi occhi mi mostrava un mondo che da sola non avrei mai trovato. Questo ricordo mi ha spinta a cercare Giovanni Nuti in modo da poter conoscere attraverso di Lui Alda Merini.

Giovanni Nuti e Alda Merini. Foto di Paolo Corradeghini.

Giovanni Nuti e Alda Merini. Foto di Lorenzo Gelmini. 2007

Nel nostro colloquio telefonico, Giovanni mi ha illustrato come vivere secondo lo stile di Alda. Una Donna che ha saputo godere di tutto nella vita, del bello e del brutto, della gioia e del dolore, del chiaro e dello scuro, della presenza e dell’assenza di luce. «Alda Merini diceva: non soffrire se mi vedi piangere, perché mentre piango io sto diventando una montagna». Giovanni mi spiega che siamo tutti energia ed è l’energia che rimane per sempre oltre la morte « l’energia di Alda è rimasta, la morte ha cessato il rapporto fisico, ma io sento ancora la Sua presenza e Lei ispira ancora la mia arte, la mia musica». Mi spiega, ancora, come per creare bisogna vivere nella gioia “bisogna uscire dal coro” da una condizione di penombra e mischia l’artista non può creare, non può essere se stesso e Alda è stata una donna che ha saputo essere se stessa «si è goduta anche l’inferno e ha tramutato il dolore in ricchezza». Una sorta di danza della vita, quella di cui mi ha parlato Giovanni. Lei parlava di “matrimonio artistico” tra loro due, che sono stati uniti nell’animo artistico. «Ci sono cose che accadono e non si sa perché». Giovanni, racconta, di essere entrato un giorno in una libraria e per ‘caso’ un libro gli si è aperto su una poesia di Alda Merini, i cui versi hanno penetrato la sua anima generando musica. Giunto a casa l’esigenza di musicare quei versi lo ha spinto a comporre e ha scritto alla poetessa. Una “poetessa della gioia” che con gioia ha accolto quelle note e dopo ha addirittura composto lei poesia per farla sposare con la musica di Giovanni. «Non ha mai bocciato una musica essendo esigente ipercritica e musicista (suonava il piano). Sono stati anni intensi. (…) Per musicare un poeta bisogna viverlo e ci siamo frequentati, andavo spesso a trovarla. A casa sua si fermava il tempo e tutto diventava poesia». Alda e Giovanni sono stati l’una per l’altro una rosa, come nel romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, ci vogliono i riti per far diventare di una rosa la tua rosa. «Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata» (da Il piccolo principe). Questa luce ha ispirato l’arte di entrambi in un connubio perfetto. Una luce in cui Lei viveva insieme a tutto il creato, pur avendo incontrato il dolore nella vita, sapeva riconoscere il paradiso in questo mondo, nei fiori, nelle piante, nel canto degli uccelli che si fidavano di Lei al punto di poggiarsi sul Suo davanzale ed entrare in casa, come con San Francesco d’Assisi. Un’anima nata intrisa alla poesia infatti, aveva iniziato a comporre a soli sedici anni. Sentiva di avere un dono e viveva la missione di tramandarlo al mondo. «La vita è un paradiso, bisogna apprezzarla e avere fiducia. Vivere come se ogni giorno fosse una sinfonia di gioia. Dio stesso ha mandato suo figlio per prendere su di sé tutti i dolori dell’umanità e così, ci ha liberati». Questi sono alcuni degli insegnamenti di Alda che ci arrivano attraverso Giovanni. Una coppia artistica unita dall’arte stessa. Kandinskij diceva che un’opera d’arte profetizza un mondo, si riferiva ai quadri, che sono una delle espressioni dell’arte. L’arte è quindi un codice espressivo che pochi conoscono, ma quando due artisti si incrociano non può che nascere una dimensione nuova e paradisiaca. Pascoli parlava di mondo raccontato con l’ingenuità di chi lo vede per la prima volta. Poi, c’è anche chi lo guarda con gli occhi della propria sofferenza dettata dal proprio cammino. Alda Merini aveva tutte e due le caratteristiche e dava versi alla voce della sua anima. Parole intrise di emozioni e vita che attraverso la musica e il canto raggiungono l’apice della loro espressività. Scenari che potrebbero essere anche dipinti.

Monica Guerritore e Giovanni Nuti, "Mentre rubavo la vita" tour 2014, foto di Lorenzo Gelmini.

Monica Guerritore e Giovanni Nuti, “Mentre rubavo la vita” tour 2014, foto di Lorenzo Gelmini.

Ancora oggi, Giovanni Nuti interpreta Alda Merini in compagnia di Monica Guerritore in eventi chiamati “Mentre rubavo la vita”. I prossimi incontri saranno al Teatro Vittoria di Roma, dal 9 al 19 ottobre; al Teatro Menotti di Milano dal 24 ottobre al 2 novembre; al Teatro Politeama di Genova il 4 novembre; al teatro Novelli di Rimini il 9 novembre; a Palazzo dei Congressi di Lugano il 30 novembre.

Per informazioni:

http://www.mentrerubavolavita.it

Mia breve biografia degli artisti:

Giovanni Nuti

Musicista e cantautore italiano. Studia pianoforte fin dall’età di dieci anni. La Sua passione per la musica non è fine a se stessa, infatti si specializza in musicoterapia per curare i portatori di handicap e si dedica per anni all’insegnamento presso una scuola elementare di Sarzana. Debutta con il primo album nel 1989 “Al parco dei silenzi”. Nel 1991 partecipa al festival di Sanremo e dal 1993 compone musica per e con Alda Merini.

Sito: http://www.giovanninuti.com

Alda Giuseppina Angela Merini

Milano il 21 marzo del 1931- 1 novembre 2009. Poetessa, aforista, scrittrice italiana. Della sua infanzia si ha notizia attraverso note biografiche. Fin dall’adolescenza ha composto poesie. Nel 1947 viene internata in una clinica per curare alcuni disturbi. La sua immensa sensibilità le ha permesso di essere amata e stimata da molti, come David Maria Turoldo, tra l’altro grande amico di Padre Costantino Ruggeri, che io stessa ho conosciuto. Ma ancora, Eugenio Montale, Maria Luisa Spaziani e Salvatore Quasimodo. Nel 1993 conosce Giovanni Nuti e insieme ci donano un vasto repertorio di arti.

Sito: http://www.aldamerini.it

 

Altro mio articolo su Alda Merini:

Alda Merini a seno nudo su facebook. È arte?,  in «SoloSapere»,  03/06/2014, tot. pg. 1 http://www.solosapere.it/arte/4018-foto-alda-merini-seno-nudo-facebook

 Album:

Una piccola ape furibonda https://itun.es/it/9atSw

Rasoi di seta https://itun.es/it/gb-Gz

 

 

 

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