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Tradizioni italiane conservate dal cinema

di Tiziana Mazzaglia

di Tiziana Mazzaglia

Molte delle nostre antiche usanze, oggi custodite soltanto nei ricordi, sono sopravvissute grazie al cinema documentario o di finzione, che le ha rese visibili anche a chi non le ha vissute. Scopriamo qualche esempio significativo: Festa dei Serpari di Cocullo; Questo rito unico, in cui la statua di San Domenico  viene adornata con serpenti vivi, è stato raccontato nel cortometraggio/documentario spagnolo Serpari (2022) di Iria Sanjurjo: un viaggio antropologico che esplora radici pagane e devozione moderna, mostrando l’antica connessione tra uomo e rettile in Abruzzo. Inoltre, la tradizione è stata protagonista di un episodio speciale del programma Wild Frank su DMAX Italia, in cui l’erpetologo Frank Cuesta documenta da vicino il festival dei Serpari. Il cinema neorealista ha raccontato con delicatezza e realismo la vita contadina tra Otto e Novecento: pensa a The Tree of Wooden Clogs  (1978) di Ermanno Olmi, una meditazione sugli anni agricoli lombardi, dove il ciclo dei campi, le messe, le superstizioni famigliari e le processioni rurali emergono come sottofondo narrativo silenzioso ma vibrante. Nei film horror folklore italiani, come Il demonio  (1963) di Brunello Rondi, emergono superstizioni rurali, pratiche magiche e possibili possessioni in paesi del Sud. Il film, ispirato ai lavori di Ernesto De Martino, mescola superstizione ed esorcismi legati alla vita contadina . Analogamente, Marco Bellocchio in The Witches’ Sabbath (1988) esplora ambientazioni dove i rituali occulti e le figure della stregoneria si intrecciano con la tradizione rurale magica italiana . Le fiere, i balli popolari e le sagre paesane sono state immortalate in pellicole come Amarcord (1974) di Federico Fellini, che rievoca il carnevale, le feste di paese e le figure locali; un affresco festoso e nostalgico delle tradizioni che oggi resistono solo nei ricordi. Nel sud Italia, documentari come La casa delle donne mostrano processioni e celebrazioni legate ai santi patroni, fra fede e generazioni di comunità che intrecciavano tradizione e spiritualità. Molte tradizioni scomparse sopravvivono grazie al cinema che le ha viste nascere in immagini: serpenti intorno a una statua, contadini che pregano dopo la mietitura, danze rituali nei cortili, superstizioni che si accendono come fuochi di Capodanno. Il cinema, in forme narrative o documentaristiche, trasforma in memoria vivida rituali ormai rarefatti, ridando fiato a un passato che rischierebbe di spegnersi nel silenzio.

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