Home » Quando il silenzio vale più di una battuta

Quando il silenzio vale più di una battuta

Scuola, amore e confini nella vita degli adolescenti

di Tiziana Mazzaglia

 di Tiziana Mazzaglia

Nel corridoio di una scuola, si alimenta un paesaggio invisibile fatto di sguardi, sospiri e “gli hai visto con chi si è messo?”: le relazioni degli alunni diventano argomento di commenti, battute, incursioni. Ma è giusto che l’adulto, il docente, entri in quella sfera così delicata con leggerezza o sarcasmo? O si configura come una forma di invadenza che viola la privacy, mina la fiducia, ferisce la dignità? Gli adolescenti attraversano un tempo in cui il bisogno di essere autorevoli e, al tempo stesso, invisibili diventa la loro lotta quotidiana. In questa fase, il concetto psicologico di “audience immaginaria” (imaginary audience), teorizzato da David Elkind, ci insegna che i ragazzi spesso si sentono costantemente al centro dello sguardo altrui, convinti che ogni gesto venga interpretato, giudicato, commentato. Quando un insegnante fa una battuta sull’innamoramento di uno studente, alimenta quella sensazione che tutto debba diventare pubblico, persino ciò che è intimo. Uno studio recente su adolescenti ha valutato percezioni di violazioni della privacy, mostrando che i giovani reagiscono con forte disagio davanti a comportamenti che considerano invasivi, specie se riguardano informazioni personali, messaggi o relazioni. Il fastidio cresce se chi fa quelle battute è un adulto che “ha potere” nella loro vita: insegnante, figura educativa. Paolo Crepet, psicologo e sociologo italiano, spesso richiama all’importanza del rispetto e della misura nelle relazioni tra adulti e giovani. Crepet sostiene che oggi mancano confini educativi ben definiti nelle famiglie e a scuola: “Se non sai dire ‘no’, poi non accetti che te lo dicano”, dice, affermando che il permissivismo genera fragilità educativa. Quando i docenti assumono un ruolo da “commentatori dell’anima”, il rischio è che smettano di essere guide e diventino spettatori invasivi del mondo affettivo dei ragazzi. Ma come educare un rapporto più rispettoso e sicuro?

– Prima regola: non ridicolizzare. Le relazioni affettive, anche se acerbe, non sono spettacolo.  

– Seconda: larghezza del silenzio. Dare lo spazio perché gli allievi custodiscano la loro parte privata, se lo desiderano, senza sentirsi esposti.  

– Terza: sensibilità educativa: se un docente nota che due alunni si guardano con emozione, può mantenere discrezione, offrire supporto se richiesto, ma non interrompere con battute generiche o pubbliche.  

– Quarta: formazione degli insegnanti su educazione affettiva, confini pedagogici e intelligenza relazionale.

In letteratura, la scuola è spesso teatro dove si recitano crisi interiori, come in Educazione siberiana di Nicolai Lilin o Il giovane Holden, dove l’adolescente cerca un mondo che non lo giudichi. Nel cinema italiano, film come La meglio gioventù o Notte prima degli esami danno voce a paure, speranze, tensioni affettive che non possono essere ridotte a battute casuali. Alla fine, rispettare un adolescente significa riconoscere che il suo cuore ha diritto al mistero, non al palcoscenico di commenti adulti. E che la privacy, anche sentimentale, è un diritto da difendere, non un intralcio da deridere.

 

L’immagine allegata è stata creata con l’Intelligenza artificiale.

Ti potrebbe interessare anche