di Tiziana Mazzaglia
Il 6 settembre 2025 segna il centenario della nascita di Andrea Camilleri, il narratore che ha dato voce alla Sicilia e all’animo umano con la sua penna inconfondibile. Nato a Porto Empedocle nel 1925, Camilleri ha intrecciato la tradizione orale siciliana con la modernità narrativa, creando un linguaggio unico e riconoscibile. Con oltre 30 milioni di copie vendute e traduzioni in quasi 40 lingue, ha conquistato lettori in tutto il mondo. La sua opera più celebre, la serie del Commissario Montalbano, ha reso la Sicilia protagonista di storie intrise di umanità, ironia e critica sociale. Camilleri ci ha lasciato pensieri profondi che ancora oggi risuonano:
«La felicità quando è veramente grande è capace di tagliarti le gambe esattamente come un grande dolore»;
«Il passato è un paese straniero dove il tempo scorre diversamente»;
«Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre»;
«L’affidarsi alla memoria, è la volontà dell’uomo di non scomparire».
Per onorare il centenario, il Fondo Andrea Camilleri e il Comitato Nazionale Camilleri 100, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Rai, hanno organizzato una serie di eventi in tutta Italia e all’estero. Tra le iniziative principali:
– 6 settembre, Roma: proiezione dello spettacolo Conversazione su Tiresia alla Casa del Cinema.
– 8-9 ottobre, Roma: convegno internazionale La narrativa di Camilleri presso la Sala Igea dell’Enciclopedia Italiana Treccani.
– Scicli (RG): eventi culturali e installazioni nei luoghi simbolo del Commissariato di Vigàta.
– Porto Empedocle: laboratori, incontri e spettacoli nella città natale dello scrittore.
Le celebrazioni si estendono anche oltre i confini italiani, con eventi organizzati in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Iniziative culturali si svolgeranno in diverse città, tra cui Madrid, New York, Atene e Lione, per ricordare la dimensione internazionale dello scrittore. Il centenario di Andrea Camilleri è un’occasione per rileggere le sue opere, riscoprire la sua capacità di raccontare la complessità dell’animo umano e riflettere sul valore della memoria e dell’identità culturale. Come lui stesso disse: «Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio conto passare tra il pubblico con la coppola in mano». Un desiderio che, attraverso le sue parole, continua a realizzarsi ogni volta che leggiamo una sua storia.
