Mamma! Cantiamo tutti!
di Tiziana Mazzaglia
Un percorso celebrativo della figura materna attraverso donne esemplari, narrativa, pittura e musica.
“Mamma! mormora la bambina” è un verso della famosa canzone Balocchi e profumi scritta da E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Gaeta, interpretata poi da famosi cantanti italiani come Nilla Pizzi, Claudio Villa, Milva, Luciano Tajoli e Giorgio Consolini. Racconta di una madre che compra solo profumi per se’ stessa e non ascolta le richieste della piccina. Ma in realtà, sappiamo tutti che, tranne rare eccezioni, le mamme sono coloro che donano tutto ai propri figli. Nel corso della storia italiana, la figura della madre ha rivestito un ruolo centrale non solo nell’ambito familiare, ma anche nel tessuto sociale e culturale del Paese. Da sempre simbolo di cura, sacrificio e forza silenziosa, la madre italiana ha incarnato l’anima più profonda della comunità: colei che educa, che protegge, che tiene unita la famiglia anche nei momenti più difficili. Durante i periodi di guerra, molte madri si sono trovate a crescere i figli da sole, lasciate “come l’aratro in mezzo alla maggese”, tanto per citare Giovanni Pascoli e la sua poesia Lavandare: spesso lavorando e sacrificandosi per sopperire all’assenza degli uomini al fronte. La maternità, in questi frangenti, è diventata espressione di resilienza e coraggio, capace di sostenere intere generazioni. Nel dopoguerra, la madre italiana ha accompagnato la ricostruzione morale e materiale del Paese, educando i figli in un contesto in rapido cambiamento, cercando un equilibrio tra tradizione e modernità. Nel contesto odierno, sebbene il ruolo della madre si sia evoluto tra lavoro, indipendenza e nuove configurazioni familiari resta una figura chiave per la crescita affettiva ed educativa delle nuove generazioni. Le madri continuano ad essere punto di riferimento e veicolo di valori fondamentali, come il rispetto, la solidarietà e l’amore incondizionato. Riflettere sul ruolo della madre nella storia italiana significa riconoscere una presenza discreta ma determinante, che ha attraversato epoche, cambiamenti culturali e trasformazioni sociali, lasciando un’impronta indelebile nel cuore del Paese. Il rapporto tra madre e figlio è uno dei legami più profondi e significativi dell’esistenza umana: nasce molto prima della parola e si nutre di gesti, sguardi, silenzi ed è fatto di ascolto incondizionato, protezione istintiva, dedizione spesso silenziosa e quotidiana. Una madre accoglie, consola, incoraggia. Un figlio assorbe, impara, cresce, spesso senza rendersi conto di quanto amore sia custodito nei piccoli sacrifici compiuti per lui. Questo legame si trasforma nel tempo: dal bisogno totale dell’infanzia all’autonomia dell’età adulta. Ma anche quando la distanza cresce, resta un filo invisibile che unisce cuore a cuore: è il ricordo di una carezza, la sicurezza di una voce, la certezza di una presenza. Il rapporto tutto al femminile, tra madre e figlia è ancora più profondo e somiglia ad un filo sottile e resistente, teso tra somiglianze e differenze, tra eredità e libertà. Un amore che si trasforma con il tempo, che educa, accompagna e talvolta lascia andare. Un rapporto è spesso complesso, ma profondamente formativo: insegna l’amore incondizionato, la cura, la forza silenziosa delle donne, fatto di confidenze sussurrate e di momenti in cui si è madri l’una dell’altra. Perché ogni figlia, crescendo, custodisce dentro di sé qualcosa della donna che l’ha cresciuta, dall’altra parte ogni madre, nel vedere sua figlia camminare da sola, rivede un pezzo di sé, con occhi nuovi. Un cammino condiviso che, nonostante le sue curve, resta sempre una delle strade più profonde della vita di una donna. Possiamo elencare mamme famose nella storia e nella cultura, come: Rita Levi-Montalcini, che anche se non fu madre biologica, è spesso citata come “madre simbolica” della scienza italiana per il suo ruolo formativo e ispiratore per molte generazioni di giovani ricercatrici; Sibilla Aleramo, scrittrice italiana, autrice de “Una donna”, fu madre ma dovette affrontare la dolorosa separazione dal figlio per poter rivendicare la sua libertà personale e intellettuale; Marie Curie, scienziata premio Nobel per la Fisica e la Chimica, madre di due figlie, tra cui Irène Joliot-Curie, anch’essa premio Nobel per la Chimica; Teresa Mattei, partigiana e politica italiana, madre, fu la più giovane donna eletta all’Assemblea Costituente nel 1946 e contribuì alla stesura dell’articolo 3 della Costituzione; Franca Rame, attrice, attivista e madre di Jacopo Fo, ha unito l’impegno teatrale e sociale con quello familiare in modo molto intenso e pubblico; Natalie Portman, attrice e madre, ha spesso parlato della maternità come fonte di forza e ispirazione, anche durante il suo impegno sociale e artistico; Michelle Obama, ex First Lady degli Stati Uniti e madre di due figlie, ha messo la maternità al centro del suo ruolo pubblico, promuovendo l’educazione e la salute dei bambini; Letizia Battaglia, fotoreporter italiana, madre, ha documentato la mafia e le sue conseguenze con grande coraggio, senza mai trascurare il proprio ruolo genitoriale; Madre Teresa di Calcutta, anche se non madre biologica, ha incarnato una maternità spirituale profonda verso i più poveri e abbandonati; Giovanna d’Arco, figura storica che, pur non essendo madre nel senso tradizionale, è spesso rappresentata come simbolo di protezione e sacrificio, una forma di “maternità simbolica” verso la patria. La maternità ha ispirato anche molti scrittori sensibili a questa tematica ed alcuni romanzi, sicuramente da citare, sono: Lessico familiare, di Natalia Ginzburg, un ritratto profondo e affettuoso della madre all’interno di una famiglia italiana del Novecento; La storia, di Elsa Morante, che racconta la maternità in tempo di guerra, attraverso la figura coraggiosa di Ida, madre sola; Casalinghitudine, di Clara Sereni, una raccolta di racconti autobiografici dove la figura materna è centrale nella memoria e nell’identità; Bagheria, di Dacia Maraini, un testo in cui l’autrice rievoca la propria infanzia e il rapporto intenso con la madre, in un contesto culturale siciliano. Un tasto toccato anche dalla narrativa straniera con, ad esempio: Beloved, di Toni Morrison, in cui la maternità è descritta come atto estremo di amore e sacrificio in un contesto di schiavitù e oppressione; Il circolo della fortuna e della felicità, di Amy Tan, un romanzo che esplora i legami profondi e complicati tra madri e figlie in una comunità di immigrate cinesi; Io so perché canta l’uccello in gabbia, di Maya Angelou, una potente autobiografia che mette in luce il ruolo della madre e della nonna come figure formative; Gilead, di Marilynne Robinson, un romanzo epistolare che riflette sulla genitorialità, la spiritualità e il passaggio generazionale; Piccole donne, di Louisa May Alcott, un romanzo in cui la signora March è una madre saggia, amorevole e progressista, modello di dedizione e equilibrio; Matilde, di Roald Dahl, anche se racconta di una protagonista con una famiglia disfunzionale, nel corso del racconto questa trova poi in un altro personaggio, Miss Honey, una figura materna alternativa e rassicurante. Anche nella pittura e in particolare nella ritrattistica, la figura materna, assume un ruolo da protagonista e alcune tra le più importanti opere sono: Le tre età della donna, di Gustav Klimt, un’opera che simboleggia il ciclo della vita attraverso la maternità; Maternità, di Pablo Picasso, una rappresentazione intima e delicata del legame madre-figlio; La culla, di Berthe Morisot, un dipinto impressionista che cattura la tenerezza di una madre che osserva il suo bambino dormire; Maternità, di Gaetano Previati, un’opera simbolista che celebra l’amore materno attraverso figure evanescenti di angeli; La madre Roulin col suo bambino, di Vincent van Gogh, un ritratto che esprime il profondo legame tra madre e figlio. E per terminare con la musica che era stato l’incipit di quest’articolo, non si possono non canticchiare canzoni come Viva la mamma, di Edoardo Bennato, un inno spensierato e affettuoso che esalta la figura della mamma italiana; La mamma, di Toto Cutugno, un brano dolce e nostalgico, spesso legato a un sentimento di mancanza e gratitudine; Mamma, di Beniamino Gigli, Claudio Villa e Andrea Bocelli (con versioni varie), un classico della musica italiana, simbolo dell’amore eterno per la madre; Madre dolcissima, di Zucchero, una canzone profonda, che affronta anche il dolore della perdita; Mama, di Spice Girls, un tributo tenero e pop, molto sentito negli anni ’90; Mama, di Il Divo, un versione lirico-pop che rende omaggio alla figura materna con grande emozione; Dear Mama, di Tupac Shakur, un brano rap toccante e sincero, che esprime gratitudine per i sacrifici della madre; Mother, John Lennon, una canzone intensa e drammatica sul dolore dell’abbandono materno; A Song for Mama, di Boyz II Men, una delle ballate più dolci e commoventi, spesso scelta per le feste della mamma.